Utili alti? Pagare meno tasse si può, col welfare.

Si avvicina la fine dell’anno e per le imprese è tempo di fare scelte giuste per crescere riducendo l’esborso fiscale.

Pagare meno tasse, in modo perfettamente lecito. Anzi facendo un investimento che fa bene alla propria azienda, e alle persone che la aiutano a crescere ogni giorno. Ebbene sì, a poche settimane lavorative dalla fine dell’anno sono tante le imprese che possono trovarsi di fronte all’happy problem di avere utili alti in chiusura di bilancio d’esercizio.

Una buona notizia, perché significa che l’impresa sta navigando bene. Più spiacevole però quando arriverà il momento della dichiarazione dei redditi, dato che le imposte a debito dipendono proprio dai profitti generati. E spesso la somma da pagare si scopre soltanto quando è troppo tardi per fare qualcosa.

In realtà però lo abbiamo anticipato. Un modo per correggere il tiro c’è, trasformando il “tesoretto” in uno strumento per continuare ad aiutare l’azienda a crescere, ed evitando così che ci pensi il fisco a farlo assottigliare. Ed è proprio il welfare aziendale.

Vediamo perché attivare un piano welfare entro fine anno può essere la mossa giusta anche per la tua impresa.

I vantaggi fiscali del welfare aziendale

Ebbene sì, le spese per il welfare aziendale impattano subito sulla base imponibile dell’azienda, da cui vengono di fatto dedotti i costi dei servizi offerti ai dipendenti.

Ciò significa che con un’Ires pari al 24% dell’imponibile, più “restituisco” ai dipendenti, più il valore assoluto della percentuale si riduce.

Quanto cuba questa deduzione? Dipende: se l’erogazione del beneficio è volontaria e unilaterale da parte dell’azienda, risulta deducibile soltanto lo 0,5%. Se invece alla base c’è un piano welfare realizzato in conformità con un regolamento aziendale vincolante la deducibilità dei costi è integrale al 100%.

Ecco perché un piano welfare, a parità di investimento, conviene sempre di più. (E tu puoi chiedere subito consiglio ai nostri esperti).

A questo vantaggio si somma l’altro effetto moltiplicatore di un piano welfare. Si tratta infatti di uno strumento esente da obblighi contributivi. E quindi rappresenta a tutti gli effetti un premio o un aumento di stipendio per il dipendente, ma al netto da qualsiasi ricarico fiscale. Sia per l’azienda che per il lavoratore.

Tutto questo senza contare il valore più importante che ricopre un investimento in termini di welfare, ossia quello sociale. Investire per le persone che lavorano ogni giorno all’interno dell’azienda significa avere a cuore il loro benessere, migliorando la relazione e mettendole nelle condizioni di dare a loro volta qualcosa in più a chi s’impegna per farle stare bene.

Welfare e utili, il rapporto “inverso”

C’è un altro aspetto fondamentale che dovrebbe spingere ogni impresa interessata a crescere a mettere subito in piedi una buona strategia di welfare. E riguarda la relazione “inversa” che questa può avere sugli utili.

Abbiamo detto infatti che investire per i propri dipendenti può aiutare ad abbattere il profitto ai fini fiscali. Ma dall’altra parte statistiche alla mano è lo stesso welfare a generare un impatto positivo sugli utili dell’anno successivo.

Guardando per esempio alle PMI – la cui relazione con un buon welfare è fortunatamente in rapido aumento – quelle che hanno attivato livelli di investimento avanzati registrano utili quasi doppi rispetto a chi si è fermato al livello base (media annua +6,7% contro il +3,7% delle aziende “base”).

Come si spiega tutto questo? Con l’effetto “moltiplicatore” che ha il welfare sulla produzione, come abbiamo accennato nel paragrafo precedente. Un piano welfare permette di lavorare più in salute, perché può offrire cure, opportunità di svago, servizi alla famiglia e progetti per il tempo libero. Stimola a dare qualcosa in più, come sempre accade quando ci si sente nel posto giusto. Ed è il tornasole più immediato di un’azienda moderna e innovativa, a prescindere dalla dimensione. Un’azienda molto più attrattiva.

Insomma, anche da questo punto di vista il welfare si conferma un potente vettore di crescita. E le stesse realtà di territorio se ne stanno rendendo conto: oltre il 68% ha già superato il livello base, ed è raddoppiato il numero con livello alto (dal 10,3% al 24,7% in 6 anni).

E tu hai già messo in atto la tua migliore strategia welfare?

Chiedici adesso una consulenza

Condividi

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Altri articoli che potrebbero interessarti